Russia, storia dei delfini militari e di altre “bestialità” belliche

Russia, storia dei delfini militari e di altre “bestialità” belliche

Russia, storia dei delfini militari e di altre “bestialità” belliche


di Marco Romandini

 Come spiega Valentin Zaitsev nel suo libro sui delfini combattenti, le unità di Sebastopoli venivano addestrate per avvistare qualsiasi oggetto fluttuante in superficie o in profondità da diversi chilometri di distanza, per poi trasmettere il segnale alla centrale. Là un operatore decideva come intervenire. Poteva ordinare ai delfini di portare quel “qualcosa” (che poteva essere anche un sommozzatore) in superficie in modo da smascherarlo, mandare una barca armata per neutralizzarlo o chiedere ai poveri mammiferi acquatici di attaccarlo direttamente. Una coppia di armaioli, i Simonov, aveva addirittura inventato un’arma letale su misura per il delfino, qualcosa come un fucile a tre canne sul muso per colpire un bersaglio a 20 metri con un proiettile calibro 12. Per fortuna sembra non sia mai stata sperimentata.

I programmi animali della Cia

Uno dei primi impieghi dei delfini come arma da guerra si è avuto quando Garth, John, Slan, Tinker e Toad – questi i nomi dei quattro dell’US Navy – furono messi di stanza a Cam Ranh Bay, in Vietnam, per impedire l’attacco a un molo carico di munizioni. La Cia infatti stava sviluppando dal 1959 il Navy Marine Mammal Program a San Diego, dove delfini e leoni marini della California venivano addestrati per i compiti più vari, tra cui rilevare, localizzare e recuperare oggetti in mare, oltre a difendere porti e navi. 

I delfini sono sicuramente gli animali più utilizzati per scopi bellici. Non soltanto da Russia e Stati Uniti, anche la Corea del Nord ha un programma e la Svezia ne ha in progetto un altro. Si sono rivelati i più utili dopo tentativi con tante altre specie. Nel file desecretato nel 2019 dall’Agenzia scopriamo bizzarre idee da guerra fredda con protagonisti altri poveri animali, programmi su cui la Cia ha speso (buttato) milioni di dollari.  

Tra quelli più gettonati, oltre ai delfini che erano oggetto di programmi come Oxygas, che intendeva utilizzarli al posto dei Seals per posizionare esplosivi sulle navi o intrufolarsi nei porti sovietici, c’erano gli uccelli: piccioni, falchi, gufi e corvi, a cui veniva affidato spesso il compito di lasciar cadere su un davanzale una trasmittente o scattare foto. L’esperimento con i piccioni faceva parte dell’operazione dal nome in codice Tacana.



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www.wired.it
2022-05-08 05:00:00

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